5.51

Home
Su
1.
2.
3.
4.
5.
6.

 

Se  xi  ha solo un valore, allora N( xi-bar ) = ~p (non p); se ha due valori, allora N( xi-bar ) = ~p.~q (né p, né q).

5.511    Come può l'onnicomprensiva logica, specchio del mondo, usar uncini e manipolazioni così speciali? Solo perché essi si contessono tutti in un reticolato infinitamente fine, il grande specchio.

5.512    "~p" è vera se "p" è falsa. Dunque, nella proposizione vera  "~p", "p" è una proposizione falsa. Come può la tilde "~" portarla a concordare con la realtà?

Ciò che in  "~p" nega non è però il "~", ma ciò che è comune a tutti i segni di questa notazione i quali negano p.

Dunque la regola comune, secondo la quale son formate  "~p", "~~~p", "~p v ~p", "~p . ~p", etc. etc. (ad infinitum). E questo elemento comune rispecchia la negazione.

5.513    Si potrebbe dire: Ciò, che è comune a tutti i simboli che affermano e p e q, è la proposizione "p . q".  Ciò, che è comune a tutti i simboli che affermano o p o q, è la proposizione "p v q".

E così si può dire: Due proposizioni sono opposte l'una all'altra se non hanno nulla in comune l'una con l'altra, e: Ogni proposizione ha solo una negativa, perché v'è solo una proposizione che giace tutta fuori di essa.

Si mostra così anche nella notazione di Russell che "q : p v ~p" dice lo stesso che "q"; che "p v ~p" dice nulla.

5.514    Stabilita una notazione, vi sono in essa una regola, secondo la quale son formate tutte le proposizioni che negano p; una regola, secondo la quale son formate tutte le proposizioni che affermano p; una regola, secondo la quale son formate tutte le proposizioni che affermano p o q, e così via. Queste regole sono equivalenti ai simboli e in esse si rispecchia il loro senso.

5.515 (1)  Deve mostrarsi nei nostri simboli che ciò che è connesso da "v", "." etc. devono essere proposizioni.

E così è, ché il simbolo stesso "p" e "q" presuppone il "v", "~", etc. Se il segno "p" in "p v q" non sta per un segno complesso, da solo non può aver senso; ma allora non possono avere un senso i segni "p v p", "p . p", etc., d'ugual senso che p. Ma se "p v p" non ha un senso, neppure "p v q" può avere un senso.